non riesco ad accedere al mio blog
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non riesco ad accedere al mio blog
Salve, non riesco più ad accedere al mio blog e non si riesce nemmeno ad accedere ad altri blog, ci sono problemi per caso ?
Re: non riesco ad accedere al mio blog
Salve, mi può fornire il link del suo blog? In questo modo chiederò ai tecnici
Re: non riesco ad accedere al mio blog
Purtroppo ho una brutta notizia da darti...
Ecco cos'è stato scritto sul forum di supporto internazionale di Blogattivo: http://sosblog.forumotion.com
"Dopo più di 10 anni di servizio, è stata presa la decisione di chiudere gradualmente la creazione dei blog.
L'intero team SOSBLOG ringrazia gli utenti che hanno supportato questo progetto nel corso degli anni."
Purtroppo non c'è nulla da fare, mi dispiace... Se lo desideri però puoi creare un nuovo sito tramite Forumattivo. Sui forum è infatti possibile creare anche delle sezioni sottoforma di blog.
Mi dispiace
Ecco cos'è stato scritto sul forum di supporto internazionale di Blogattivo: http://sosblog.forumotion.com
"Dopo più di 10 anni di servizio, è stata presa la decisione di chiudere gradualmente la creazione dei blog.
L'intero team SOSBLOG ringrazia gli utenti che hanno supportato questo progetto nel corso degli anni."
Purtroppo non c'è nulla da fare, mi dispiace... Se lo desideri però puoi creare un nuovo sito tramite Forumattivo. Sui forum è infatti possibile creare anche delle sezioni sottoforma di blog.
Mi dispiace
Re: non riesco ad accedere al mio blog
Oh nooo! Ma non hanno nemmeno inviato un avviso in modo da recuperare il contenuto. Per favore mi potreste indicare se c'è un modo per recuperare i miei articoli? Mi basterebbe giusto salvarli altrimenti sarebbe davvero un problema!!! Intanto vi ringrazio
Re: non riesco ad accedere al mio blog
Mi dispiace molto purtroppo non dipende da me e il servizio ormai era poco usato e non veniva aggiornato da molto tempo
Sono riuscito a recuperarne uno:
Ti faccio sapere se ne riesco a recuperare altri
Sono riuscito a recuperarne uno:
- STRESS DA RIENTRO, DISTURBI AFFETTIVI STAGIONALI (DAS), RIMEDI NATURALI:
- STRESS DA RIENTRO, DISTURBI AFFETTIVI STAGIONALI (DAS), RIMEDI NATURALI
"Le barche nel porto sono al sicuro, ma non per questo sono state costruite" W.S.
Ebbene si, il temuto ma scontato rientro dalle vacanze per molti è già avvenuto, per altri sta per arrivare, ma ciò che si rileva è che comunque porta con sè un rifiuto iniziale e conseguenze per quanto riguarda la sfera psichica e fisica.
Se è vero che "staccare" dalla solita quotidianità è utile e necessario, è altrettanto vero che ciò può comportare i cosiddetti effetti collaterali.
Si può andare incontro infatti a disagi, causati da variazioni dei ritmi circadiani e delle abitudini, che si incrementano maggiormente quando il soggiorno vacanziero risulta più prolungato (in effetti in questo caso si ha la possibilità di adattarsi meglio e per più tempo alla nuova condizione).
Soprattutto chi proviene da una metropoli, si adegua ad uno stile di vita completamente differente.. meno caotico, meno frenetico.
Il ritmo sonno/veglia può variare (non esistono sveglie, perlomeno non obbligate!), l' orario dei pasti spesso è diverso come può esserlo anche la tipologia di alimentazione, nonchè la loro durata e la loro frequenza (non si hanno limiti particolari, scadenze etc.).
Che si faccia una vacanza "movimentata" o nel più totale relax, il ritorno a casa è quasi sempre generatore di stress.
Si deve anche tenere in considerazione il fatto che il rientro può proiettare una persona alla solita routine di vita che, per certi versi, può assumere il significato di "stabilità", ma può anche coincidere con un nuovo inizio; questo può riguardare la situazione lavorativa, un nuovo anno scolastico, o comunque un qualsiasi cambiamento con le annesse incertezze... basti pensare ad es. a ragazzi che devono affrontare un test di ammissione all'Università oppure ad una famiglia che si appresta ad "accompagnare" un figlio ad un nuovo ciclo scolastico, se non il primo... con le relative conseguenze di organizzazione e in alcuni casi di "distacco". Così' come per coloro che associano alle vacanze il ritorno al proprio luogo di origine e quindi ai propri familiari lontani e che sono costretti a lasciare al termine del periodo estivo.
I cambiamenti insomma, anche se voluti e positivi, comportano una certa dose di insicurezza e di stress.
Quindi, oltre all'abbandono di una vita diversa dalla solita, si può andare incontro a vere e proprie situazioni ansiogene che, pur facenti parte del quotidiano, in questa circostanza tendono ad amplificarsi ulteriormente.
Oltre ai fattori psicosociali stressanti, ciò che risulta essere più condizionante è che tutto ciò combacia con la variazione stagionale o comunque con il suo approssimarsi. Di fatto, solitamente il ritorno alle "vecchie" o "nuove" abitudini coincide con la fine dell'estate, quindi meno luce solare (minore acquisizione di Vitamina D responsabile anch'essa degli sbalzi umorali) e di conseguenza la comparsa sovente dei Disturbi Affettivi Stagionali DAS o secondo l'acronimo inglese SAD ovvero Seasonal Affective Disorder.
DAS (o anche depressione d'estate, depressione stagionale, depressione d'inverno..) è appunto un disturbo stagionale che si manifesta in specifici intervalli di tempo nell'arco dell'anno. Solitamente si presenta con l'arrivo dell'autunno o dell'inverno (ad es. nel periodo che precede ed accoglie le vacanze natalizie).
I sintomi dei DAS possono manifestarsi attraverso malumore, tristezza, difficoltà di svegliarsi la mattina o insonnia, nausea, perdita o aumento eccessivo dell'appetito, disturbi gastro-intestinali, ansia, irritabilità.
Quindi... MINORE LUCE SOLARE -> AUMENTO DEI LIVELLI DI SERT (trasportatore della Serotonina/5-HT) con corrispondente DIMINUZIONE DI TALE NEUROTRASMETTITORE (detto anche ormone del buonumore) responsabile degli stati depressivi.
Allo stesso tempo, causa la presenza maggiore di buio, la Ghiandola Pineale secerne maggior quantità di Melatonina (vedi articolo nel Blog) che porta sonnolenza e letargia.
In concomitanza può presentarsi anche una sintomatologia tipica dei Disturbi da Attacco di Panico o DAP (vedi articolo nel Blog).
COSA FARE?
In questi casi consiglio sempre ai miei pazienti un supporto floriterapico che risulta essere davvero utile in casi come questi. Quando il rientro viene vissuto in modo traumatico un ottimo rimedio è rappresentato da Star of Bethlehem. Lo stesso è di fatto un cambiamento e quindi si può consigliare Walnut o Bottlebrush (se si utilizzano anche i fiori Australiani); se ci si sente stanchi, spossati per la ripresa si può indicare Olive.
Inoltre in casi di ansia da prestazione o d'esame, per l'inizio di un nuovo percorso lavorativo o scolastico, si possono associare altri rimedi floreali ai precedenti.
Stare il più possibile all'aria aperta e socializzare!
Un'eventuale supporto può essere dato dall'assunzione di Vitamina D, della stessa Serotonina o dell' Iperico MA ATTENZIONE SOTTO VALUTAZIONE E CONSIGLIO MEDICO!!!
Va chiarito che se sono presenti altre dinamiche più "profonde", crisi vere e proprie da rientro o per eventuali cambiamenti inerenti però a situazioni pregresse che non sono state affrontate e metabolizzate e perdurano nel tempo, si consiglia di consultare uno specialista.
Per quanto riguarda i DAP, si rimanda all' articolo presente in questo Blog.
L'IMPORTANTE E' NON SCORAGGIARSI MAI !! PIUTTOSTO ... CHIEDETE UN AIUTO!
Per ulteriori informazioni : andreofra.psy@gmail.com
Dott.ssa Andreoli
Dott.ssa Andreoli · 69 visite · 0 commenti
Per ulteriori informazioni: andreofra.psy@gmail.com
Dott.ssa Andreoli
Ti faccio sapere se ne riesco a recuperare altri
Re: non riesco ad accedere al mio blog
Ecco gli altri che sono riuscito a recuperare:
- L'APPARATO DIGERENTE: LO STOMACO, DISTURBI DI ORIGINE PSICOLOGICA E POSSIBILI RIMEDI NATURALI:
- L'APPARATO DIGERENTE: LO STOMACO, DISTURBI DI ORIGINE PSICOLOGICA E POSSIBILI RIMEDI NATURALI
La salute è il primo dovere della vita. (Oscar Wilde)
- Lo stomaco, organo dell'apparato digerente
- Disturbi classici dell'apparato digerente (elenco)
- Disturbi specifici dello stomaco
- Cause psico-emotive
- Rimedi alternativi
Lo stomaco fa parte dell'apparato digerente ed è l'organo muscolare a forma di sacca-bisaccia che si trova tra la parte terminale dell' esofago, con cui è in comunicazione attraverso il cardias, e la parte iniziale dell' intestino il duodeno con cui comunica attraverso il piloro; questi 2 orefizi (cardias e piloro) con funzione di valvole impediscono il reflusso del materiale digerito dallo stomaco all'esofago e dall'intestino allo stomaco.
La parete interna è costituita da vari strati e il suo interno è rivestito anche da una mucosa che contiene ghiandole formate da cellule con diverse funzioni, innanzitutto la secrezione del succo gastrico.
Nello stomaco infatti, il cibo viene sottoposto all'azione dell'acido cloridrico e di enzimi, quindi viene trasformato in una pasta semiliquida (chimo) che attraverso il piloro passa lentamente nel duodeno e quindi nell'intestino per una completa digestione.
I DISTURBI DELL' APPARATO DIGERENTE SONO DIVERSI E MOLTE PERSONE SOVENTE NE SOFFRONO:
- COLITI
- MORBO DI CROHN
- DIARREA/STIPSI
- PRURITO O DOLORE ANALE
- DIFFICOLTA' NELL'INGOIARE
- SINDROME DEL COLON IRRITABILE
- BRUCIORE DELLA BOCCA E DELLA LINGUA
PER QUANTO RIGUARDA NELLO SPECIFICO LO STOMACO:
- ACIDITA' GASTRICA
- REFLUSSO (O RIGURGITO)
- ULCERA PEPTICA
ACIDITA' GASTRICA (PIROSI)
Sensazione di bruciore causato da un eccessiva produzione di acido cloridrico all'epigastrio (alla bocca dello stomaco) e a volte nella cavità orale a causa dei rigurgiti.
Si possono associare nausea, vomito (anche con sangue)
GASTRITE ACUTA
Processo infiammatorio a carico della mucosa dello stomaco,
spesso causato da sostanze irritanti quali alcuni farmaci
antinfiammatori o alcuni tipi di cibo, ma in questi casi
scompare appena si sospende la causa irritante
GASTRITE CRONICA
Acidità di stomaco frequente e persistente (non transitoria).
Si associa la pesantezza dopo i pasti e anoressia.
Etilismo e tabagismo incidono in modo significativo
REFLUSSO (O RIGURGITO)
Si manifesta con il ritorno di cibo o succhi gastrici dallo stomaco all'esofago o alla bocca. Può comparire in modo saltuario senza alcuna patologia
REFLUSSO GASTRO-ESOFAGEO
E' una sindrome causata da un cedimento delle strutture
anatomiche tra stomaco ed esofago.
Può derivare dall'assunzione di sostanze irritanti come alcuni
farmaci o fumo di sigaretta.
In altri casi, può indicare ernia iatale, in cui c'è una risalita di
una parte dello stomaco dalla zona addominale alla zona
toracica.
Il reflusso gastrico può associarsi a complicazioni come
infiammazione o restringimento dell'esofago e ulcere
ULCERA PEPTICA
Lesione a carico della mucosa esposta all'azione del succo gastrico; a seconda dell'area colpita si definisce duodenale o gastrica.
Si sviluppa per azione dell'acidità del succo gastrico, probabilmente a causa di uno squilibrio tra il grado di acidità e i meccanismi protettivi (mucosa).
E' un dolore simile a un crampo o sentito come bruciore e acidità; generalmente si verifica a digiuno e migliora con l'assunzione di cibi e sostanze alcaline che riducono l'acidità.
Talora ci si sveglia di notte per il dolore e si deve mangiare qualcosa per riprendere sonno. Raramente si manifesta con ematemesi (sangue nel vomito) o melena (sangue nelle feci) o ancora senza alcuna sintomatologia dolorosa.
Sintomi simili sono quelli di una malattia più rara e grave: il cancri allo stomaco
CAUSE PSICO-EMOTIVE
Lo stomaco è un organo quindi essenziale ma estremamente delicato, soggetto ad alterazioni più o meno gravi e spesso riconducibili a somatizzazioni, quindi a problematiche di natura psico-emotiva.Come già descritto in altri articoli in questo blog (herpes, pelle etc) la Psiche di un individuo non riesce a riconoscere con consapevolezza o a gestire una determinata sofferenza e quindi ricorre al metodo, considerato da essa, meno traumatico e più palese .. ovvero "proietta" sul fisico causando dei veri e propri sintomi organici. Tale proiezione ha quindi due significati : quella di salvaguardare in qualche modo lo stato psicologico (meglio guarire un sintomo fisico che sopportare un trauma psicologico spesso troppo invadente e invalidante) ed inoltre creare una sorta di " campanello di allarme evidente", una concretizzazione, una dimostrazione di ciò che si sta provando.Purtroppo questi "segnali" non vengono individuati e considerati come messaggi della psiche e come cause derivanti da essa, non risultano come traduzioni del disagio, di conseguenza si opta solo ed esclusivamente per una terapia farmacologica non prendendo in considerazione i possibili rimedi alternativi che potrebbero invece lavorare sulla vera causa e allo stesso tempo alleviare i fastidiosi e dolorosi sintomi.Il risultato derivante può essere la ricomparsa del disagio periodicamente nonchè una sua cronicizzazione anche con possibili complicazioni importanti.Ho avuto occasione di seguire pazienti che lamentavano questi disturbi in continuazione e che da anni erano in cura con farmaci specifici a curare la sintomatologia, ma solo dopo aver riconosciuto ed elaborato la vera origine di tali disturbi sono riusciti ad ottenere reali benefici psico-fisici abbandonando definitivamente il farmaco.
(tuttora ci sono spot pubblicitari ingannevoli che sponsorizzano gli effetti positivi di un farmaco pur dichiarando l'origine emotiva del disturbo..e senza aggiungere ulteriori informazioni preziose a riguardo.. il messaggio che ne risulta in maniera subliminata è: il farmaco guarisce anche la causa psicologica...Assurdo!!)
La possibilità e la capacità di elaborare consapevolmente le emozioni ovviamente negative (ansia,rabbia, rancore,colpa, tristezza,dolore etc) che esse derivino da un trauma significativo (lutto,divorzio,perdita del lavoro..) o da una quotidianità incentrata su situazioni particolarmente stressanti (problemi economici, scolastici..) a lungo termine, è essenziale per una condizione sana a livello psico-fisico.Spesso sentiamo dire "non digerisco questa situazione", "non riesco a digerire il mio capo" o ancora " questa condizione mi appesantisce" quella persona mi sta qui.. (indicando la bocca dello stomaco)" ebbene, queste frasi potrebbero essere una prima manifestazione di un certo malessere, una esternazione di qualcosa che non va e che cerchiamo di verbalizzare. Le nostre emozioni negative cercano in qualche modo di emergere.. (Persino il cosiddetto "ingoiare il rospo" ha un suo significato e una certa responsabilità per quanto riguarda l'insorgenza di una sintomatologia corporea). Se questo viene sottovalutato o ignorato gli organi assorbono tali emozioni generando disturbi organici.
E' ovvio che non tutti i soggetti sono predisposti a tale meccanismo "patologico" inoltre ognuno ha il suo "organo bersaglio" su cui riversare le proprie emozioni, organo spesso correlato al disagio da cui deriva l'emozione (una relazione sentimentale/sessuale vissuta con sentimento di colpa e vergogna potrebbe portare a casi di cistite ricorrenti ad es.).Ci sarà colui o colei che avrà problemi cardio-circolatori o uro-genitali, emicranie o disturbi legati al sonno o all'alimentazione, alla pelle o appunto a problemi gastro-intestinali. Ma il meccanismo è il medesimo, NON RIUSCIRE A RICONOSCERE E/O GESTIRE LE PROPRIE EMOZIONI NEGATIVE.
RIMEDI ALTERNATIVI
Escludendo doverosamente qualsiasi origine di tipo organico (malattie infettive, malattie autoimmuni etc..) e considerando l'eventuale assunzione costante di agenti irritanti quali ad es. alcol, fumo e simili, quando le cause del disturbo sono di origine psicologica i rimedi alternativi possono essere utili se non preferibili, ovviamente in considerazione di ogni singolo individuo e dalla propria condizione emotiva, sociale etc.. (la sua unicità).
I Fiori di Bach e i Fiori Australiani risultano, anche in questo caso, perfetti per lavorare a livello emozionale. Si dovrà indagare l'emozione negativa che è alla base del disturbo e la sua correlazione nell'esperienza del soggetto (ad es. emozioni : rabbia, rancore => trauma : divorzio ... oppure dolore, colpa => lutto )Per questo motivo è consigliabile rivolgersi ad un esperto di floriterapia che valuti il soggetto attraverso almeno 2/3 colloqui o ancor meglio far riferimento ad uno psicologo che abbia una preparazione ed una certa esperienza nell'ambito della floriterapia. Un supporto psicologico risulta essere neccessario se non doveroso per poter riconoscere, accettare ed elaborare le proprie emozioni.
Parallelamente, anche percorsi di rilassamento (yoga, training autogeno e simili) possono essere utili per una gestione migliore dello stress.
Infine in caso di acidità gastrica, gonfiore, pesantezza o cattiva digestione, si può ricorrere a semplice acqua e bicarbonato e tisane specifiche (ad esempio menta, finocchio, malva, etc..) ovviamente tenendo in considerazione le eventuli allergie, intolleranze o pseudo-intolleranze a tali rimedi fitoterapici.L'aloe Arborescens e il miele di Manuka (singolarmente ma meglio ancora in combinazione) sembrano essere un ottimo rimedio per queste problematiche e non solo.
Per ulteriori info.: andreofra.psy@gmail.com Dott.ssa Andreolime messaggi della psiche e come cause derivanti da essa, non risultano come traduzioni del disagio, di conseguenza si opta solo ed esclusivamente per una terapia farmacologica non prendendo in considerazione i possibili rimedi alternativi che potrebbero invece lavorare sulla vera causa e allo stesso tempo alleviare i fastidiosi e dolorosi sintomi.
Il risultato derivante può essere la ricomparsa del disagio periodicamente nonchè una sua cronicizzazione anche con possibili complicazioni importanti.
Ho avuto occasione di seguire pazienti che lamentavano questi disturbi in continuazione e che da anni erano in cura con farmaci specifici a curare la sintomatologia, ma solo dopo aver riconosciuto ed elaborato la vera origine di tali disturbi sono riusciti ad ottenere reali benefici psico-fisici abbandonando definitivamente il farmaco.
(tuttora ci sono spot pubblicitari ingannevoli che sponsorizzano gli effetti positivi di un farmaco pur dichiarando l'origine emotiva del disturbo..e senza aggiungere ulteriori informazioni preziose a riguardo.. il messaggio che ne risulta in maniera subliminata è: il farmaco guarisce anche la causa psicologica...Assurdo!!)
La possibilità e la capacità di elaborare consapevolmente le emozioni ovviamente negative (ansia,rabbia, rancore,colpa, tristezza,dolore etc) che esse derivino da un trauma significativo (lutto,divorzio,perdita del lavoro..) o da una quotidianità incentrata su situazioni particolarmente stressanti (problemi economici, scolastici..) a lungo termine, è essenziale per una condizione sana a livello psico-fisico.
Spesso sentiamo dire "non digerisco questa situazione", "non riesco a digerire il mio capo" o ancora " questa condizione mi appesantisce" quella persona mi sta qui.. (indicando la bocca dello stomaco)" ebbene, queste frasi potrebbero essere una prima manifestazione di un certo malessere, una esternazione di qualcosa che non va e che cerchiamo di verbalizzare. Le nostre emozioni negative cercano in qualche modo di emergere.. (Persino il cosiddetto "ingoiare il rospo" ha un suo significato e una certa responsabilità per quanto riguarda l'insorgenza di una sintomatologia corporea). Se questo viene sottovalutato o ignorato gli organi assorbono tali emozioni generando disturbi organici.
E' ovvio che non tutti i soggetti sono predisposti a tale meccanismo "patologico" inoltre ognuno ha il suo "organo bersaglio" su cui riversare le proprie emozioni, organo spesso correlato al disagio da cui deriva l'emozione (una relazione sentimentale/sessuale vissuta con sentimento di colpa e vergogna potrebbe portare a casi di cistite ricorrenti ad es.).
Ci sarà colui o colei che avrà problemi cardio-circolatori o uro-genitali, emicranie o disturbi legati al sonno o all'alimentazione, alla pelle o appunto a problemi gastro-intestinali. Ma il meccanismo è il medesimo, NON RIUSCIRE A RICONOSCERE E/O GESTIRE LE PROPRIE EMOZIONI NEGATIVE.
RIMEDI ALTERNATIVI
Escludendo doverosamente qualsiasi origine di tipo organico (malattie infettive, malattie autoimmuni etc..) e considerando l'eventuale assunzione costante di agenti irritanti quali ad es. alcol, fumo e simili, quando le cause del disturbo sono di origine psicologica i rimedi alternativi possono essere utili se non preferibili, ovviamente in considerazione di ogni singolo individuo e dalla propria condizione emotiva, sociale etc.. (la sua unicità).
I Fiori di Bach e i Fiori Australiani risultano, anche in questo caso, perfetti per lavorare a livello emozionale. Si dovrà indagare l'emozione negativa che è alla base del disturbo e la sua correlazione nell'esperienza del soggetto (ad es. emozioni : rabbia, rancore => trauma : divorzio ... oppure dolore, colpa => lutto )
Per questo motivo è consigliabile rivolgersi ad un esperto di floriterapia che valuti il soggetto attraverso almeno 2/3 colloqui o ancor meglio far riferimento ad uno psicologo che abbia una preparazione ed una certa esperienza nell'ambito della floriterapia. Un supporto psicologico risulta essere neccessario se non doveroso per poter riconoscere, accettare ed elaborare le proprie emozioni.
Parallelamente, anche percorsi di rilassamento (yoga, training autogeno e simili) possono essere utili per una gestione migliore dello stress.
Infine in caso di acidità gastrica, gonfiore, pesantezza o cattiva digestione, si può ricorrere a semplice acqua e bicarbonato e tisane specifiche (ad esempio menta, finocchio, malva, etc..) ovviamente tenendo in considerazione le eventuli allergie, intolleranze o pseudo-intolleranze a tali rimedi fitoterapici.
L'aloe Arborescens e il miele di Manuka (singolarmente ma meglio ancora in combinazione) sembrano essere un ottimo rimedio per queste problematiche e non solo.
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Per ulteriori info.: andreofra.psy@gmail.com Dott.ssa Andreoli
- PSICONCOLOGIA E PSICONCOLOGO.. CHI SONO?:
- "La vita non è aspettare che passi la tempesta ma imparare a ballare sotto la pioggia" Gandhi
Sono una Psicologa Clinica, oltre a trattare i disagi più comuni come ansia, attacchi di panico, depressione etc.,mi occupo di Floriterapia e Psiconcologia. Questo articolo nasce perché in diverse occasioni e con mia grande sorpresa, mi è stato chiesto cosa fosse la Psiconcologia , di certo non credevo che questa materia fosse ancora sconosciuta a molti, soprattutto considerando lo stretto legame fra tumore e psicologia.
Quindi vorrei provare a spiegare cosa è la Psiconcologia e la sua importanza, cercando di rendere tale articolo esaustivo ma allo stesso tempo il più semplice possibile e senza approfondimenti specifici.
Partiamo dall’inizio, la patologia tumorale ormai è la seconda causa di morte in Europa e in America e le sue cause o concause sono diverse: predisposizione genetica, errata alimentazione, agenti chimici, fisici, ambientali e non da trascurare, i fattori emozionali .. eh già perché sentimenti negativi come rabbia, rancore, senso di colpa, tristezza prolungata e simili possono partecipare “alla grande” all’insorgenza ( e non solo) di questa malattia fisica. Inoltre consideriamo l’incapacità di esternare i propri stati d’animo per poterli affrontare e quindi superare e lo stress sempre più presente nella nostra vita quotidiana (la PNEI ovvero la psiconeuroendocrinoimmunologia, da anni sta indagando la correlazione tra stress e malattia e i meccanismi sottostanti) .
Ma tutto ciò è antecedente, quindi consideriamo che per le varie cause sopra menzionate la patologia oncologica si presenti. La diagnosi di neoplasia è di fatto un trauma psicologico per un paziente, la notizia arriva solitamente come un fulmine a ciel sereno e a volte casualmente sottoponendosi a semplici esami di routine in cui si riscontrano anomalie da indagare ulteriormente. E questa è solo la prima fase in quanto successivamente lo stesso paziente dovrà subire esami più specifici, un’intervento chirurgico e trattamenti di chemioterapia e/o radioterapia, di fatto è un individuo che deve essere aiutato con la sua situazione organica ma soprattutto con quella emozionale, dovrà raggiungere un buon livello di qualità di vita e dovrà essere accompagnato nel reinserimento quotidiano (famiglia, lavoro etc..)
Inoltre, spesso succede che l’essere a conoscenza della patologia con le conseguenti idee su di essa (impossibile ripresa sociale, vicinanza alla morte etc.) porti a slatentizzare problematiche sottostanti mai affrontate precedentemente e talora amplificarle.
E che dire della famiglia del malato? L’impatto della malattia neoplastica sul nucleo familiare del paziente ha forti implicazioni, l’intera famiglia vive l’evento in modo drammatico come e a volte ancor più dello stesso congiunto, a prescindere dall’esito favorevole o infausto della patologia. E’ un percorso difficile in cui possono emergere il senso di minaccia, di disperazione, di impotenza (tanto che a volte si rende necessario un lavoro maggiore sulla famiglia rispetto al malato che invece riesce ad accettare il suo stato più precocemente). Il tumore diventa così una “malattia della famiglia” non più individuale.
Ed ecco che subentra la PSICONCOLOGIA, ovvero una materia multidisciplinare che comprende culture di tipo psichiatrico, psicologico clinico, conoscenze ed esperienze pratiche dell’oncologia medica, della chirurgia oncologica, dei trattamenti chemio/radio terapici, della terapia ormonale, quella del dolore e della riabilitazione.
La psiconcologia ha come obiettivo la presa in cura di tutte le dimensioni travolte dalla condizione “cancro” ovvero emozionali, comportamentali, interpersonali e spirituali. E’ quindi una presa globale del paziente che va dalla valutazione psicologica prima della comunicazione della diagnosi, alla fase riabilitativa fino, se necessario, alla gestione psicofisica del malato in fase terminale.
Lo psiconcologo valuta la reazione del paziente alla comunicazione della diagnosi modulando le informazioni in accordo con l’equipe medica e paramedica, garantendo le informazioni necessarie in base al momento e alla tollerabilità del paziente; assicura un sostegno per elaborare l’evento e di conseguenza lo aiuta ad accettarlo ed a convivere con esso; collabora con gli antalgologi per la terapia del dolore valutandone i possibili effetti emozionali e considerandoli a livello psicologico/psiconeurofarmacologico e con lo psichiatra, se si ritiene necessario l’uso di psicofarmaci (ansiolitici e/o antidepressivi) per disagi derivanti sia da condizioni fisiche come nel caso di dolori acuti o cronici, oppure collegati alla componente emozionale .
Colui che si occupa di psiconcologia, con lo stesso impegno, supporta psicologicamente la famiglia del malato sia per capirne le dinamiche, valutarle e attivare eventuali strategie funzionali, sia per aiutarlo nell’approccio con il parente malato che oltretutto spesso rivolge ad essa gli “umori” negativi dovuti alla sua condizione.
Lo psiconcologo grazie al suo percorso accademico/pratico e quindi alle sue conoscenze descritte in precedenza può seguire il paziente anche nel periodo successivo a quello di degenza ospedaliera, molte problematiche infatti possono presentarsi a posteriori, basti pensare ad una donna a cui è stato asportato un seno…questo può incidere sulla considerazione della propria femminilità e avere una certa risonanza nella sfera sessuale, anche gli effetti di una terapia ormonale possono indurre a disagi psicologici, inoltre l’ansia che può scaturire per i successivi e costanti controlli, ritornare nell’ambiente ospedaliero, rivivere il trauma precedente mentre si attende l’esito dell’esame convivendo con la paura di una recidiva.
Prezioso sarà il suo intervento anche nel caso più temibile, ovvero qualora venga riferito al paziente (e/o famiglia) il tempo rimanente alla conclusione del suo ciclo di vita.
Questa materia quindi si occupa decisamente di tematiche davvero importanti come la vita, il dolore e la morte.
Ricordo che la psiconcologia si rivolge anche alla ricerca per riuscire a comprendere le relazioni fra psiche e soma in merito alla patogenesi, evoluzioni e guarigioni/peggioramenti delle neoplasie.
Si accompagna spesso e con ottimi risultati a terapie alternative come l’ipnosi, il rilassamento muscolare progressivo, terapie immaginative e la floriterapia (quest’ultima soprattutto per affrontare le reazioni emotive o in casi estremi per accompagnare il paziente nel suo ultimo percorso).
Per maggiori info.: andreofra.psy@gmail.com Dott.ssa Andreoli
- SONNO, DISTURBI DEL SONNO E POSSIBILI RIMEDI:
- “il risveglio apre un mondo comune, il sonno invece riporta ognuno a un mondo suo proprio”
Eraclito
– IL SONNO
– PARTI DEL CERVELLO COINVOLTE
– FUNZIONI DEL SONNO
– DISTURBI DEL SONNO E CAUSE
- NARCOLESSIA
PARASONNIE (O PARAINSONNIE):
- SONNAMBULISMO
- PAVOR NOCTURNUS (terrore notturno)
- ENURESI NOTTURNA
- INCUBI NOTTURNI
- SIDS (sindrome della morte improvvisa del neonato)
- BRUXISMO
- APNEE NOTTURNE
- RUSSAMENTO (IDIOPATICO)
- INSONNIA E IPERSONNIA
– STRESS E SONNO
– RIMEDI NATURALI E STRATEGIE PER MIGLIORARE IL SONNO
Il sistema naturale è caratterizzato da ritmi precisi ed essenziali, basti pensare all'alternarsi del giorno e della notte, delle stagioni, delle maree, delle fasi lunari.
Anche gli esseri viventi possiedono il cosiddetto “OROLOGIO INTERNO O BIOLOGICO” (sincronico con quello astronomico) che scandisce le loro funzioni vitali.
Questi bioritmi si presentano annualmente (ritmi circannuali), ad es. il letargo di alcuni animali, mensilmente denominati ritmi circamensili un esempio è il ciclo mestruale nelle donne, settimanalmente (ritmi circasettimanali) e giornalmente (ritmi circadiani, dal latino circa: intorno e dies:giorno) anche in questo caso si fa riferimento all'alternanza di diverse manifestazioni fisiologiche: sonno-veglia, temperatura corporea, pressione arteriosa, metabolismo del glucosio, secrezione del cortisolo...
IL SONNO
Il sonno quindi appartiene ai ritmi definiti giornalieri e si sviluppa in 2 fasi che si alternano :
SONNO A ONDE LENTE O SWS (slow- wawe - sleep ) o SONNO NREM (sonno ortodosso) formato a sua volta da 4 stadi di onde regolari e sincronizzate. L'attività è calma e stabile. I primi 2 stadi sono caratterizzati dal sonno leggero mentre il terzo e il quarto da un sonno profondo.
In questa fase del sonno è possibile il movimento ma non è possibile sognare. Occupa la maggior parte del sonno.
SONNO REM (rapid-eye-movement) ovvero con rapidi movimenti oculari (sonno paradosso).
In questo stato le onde cerebrali sembrano quelle di veglia, il respiro e il battito cardiaco risultano frequenti ed irregolari, c'è un aumento del metabolismo e della pressione sanguigna (infatti è chiamato anche sonno attivo).
E' la fase più profonda, in cui avvengono scosse muscolari, nell'uomo e nel neonato si verifica l'erezione del pene e nella donna la lubrificazione vaginale ma la grande muscolatura è profondamente rilassata e inerte, il sistema nervoso è isolato, non riceve stimoli né risposte ai suoi comandi. Si pensa che tale blocco abbia il ruolo di proteggere l'individuo che diversamente potrebbe farsi del male.
Il sonno REM interessa il 25% del sonno totale (considerando un giovane adulto) e si verifica circa 4/5 volte per notte; il primo periodo si verifica circa 90 minuti dopo l'inizio del sonno ed è più corto (può durare solo 5-10 minuti) mentre l'ultimo, appena prima del risveglio può durare anche 60 minuti. Tra i periodi di sonno paradosso si possono verificare dei risvegli anche se brevi in cui è possibile cambiare la postura.
I sogni si verificano in questa fase.
Il percorso del sonno è molto fluido e dinamico, le varie fasi sfumano una dentro l'altra, con interruzioni e ritorni, microrisvegli e recuperi.
PARTI DEL CERVELLO COINVOLTE
Sembra che nel cervello non esista un unico centro deputato al controllo del sonno e del risveglio, ma diverse aree cerebrali che svolgono diverse funzioni.
Le strutture che mediano il sonno interagendo tra loro sono:
– IL SISTEMA NEURONALE DEL PROSENCEFALO, induce l'attività SWS (a onde lente)
– IL TRONCO ENCEFALICO e nello specifico la FORMAZIONE RETICOLARE attiva lo stato di veglia facendo liberare la dopamina, mentre i neuroni del NUCLEO DEL RAFE liberano la serotonina che promuove il sonno.
Il PONTE invece è implicato nel sonno REM, mediante il rilascio del neurotrasmettitore acetilcolina.
I sogni sono dovuti proprio a gruppi di neuroni del ponte che comunicano tra loro attraverso l'acetilcolina e, passando dal talamo, stimolano la corteccia cerebrale.
PERCHE' E' IMPORTANTE IL SONNO
Il sonno, soprattutto SWS, impone la cessazione di alcune attività fisiologiche come quella metabolica e una riduzione di altre: ritmo cardiaco rallentato, tono muscolare ridotto, abbassamento della pressione e della temperatura corporea, di conseguenza la sua primaria funzione sembra essere la CONSERVAZIONE DELL'ENERGIA.
Un'altra funzione del sonno non meno importante è il RIPRISTINO CORPOREO. Durante la fase ad onde lente (soprattutto il terzo e il quarto stadio) si è osservata la secrezione di molti ormoni, inclusi quelli ipofisari. L'ormone della crescita (GH) ad esempio che, non solo è coinvolto nei processi di crescita ma partecipa alla regolazione del metabolismo delle proteine e dei carboidrati. Nei giovani si osservano importanti variazioni di sintesi degli ormoni legati allo sviluppo sessuale.
Il NUCLEO SOPRACHIASMATICO (SCN) situato nell'ipotalamo, invia segnali alla ghiandola pineale (epifisi) del cervello in modo che rilasci la melatonina, un ormone che a sua volta favorisce il sonno (ved.articolo in questo blog “Melatonina un ormone sottovalutato”).
Durante il sonno inoltre sembra avvengano processi di riorganizzazione dell'attività cerebrale collegati all' APPRENDIMENTO e alla MEMORIA.
La memorizzazione del materiale infatti viene facilitata e la capacità di ricordo a distanza aumenta se il periodo di “ritenzione” avviene nel sonno, in particolar modo in quello notturno (fenomeno dello sleep-effect), non a caso molti studenti ottengono ottimi risultati ripassando nelle prime ore del mattino materiale studiato la sera precedente!
DISTURBI DEL SONNO
Il sonno può essere l'indicatore della buona salute fisica e mentale di un individuo e gli effetti di questo disagio spesso trovano la loro manifestazione somaticamente e non (occhiaie, colorito della pelle spento, ansia, irritabilità, stanchezza..)
Si può fare fatica a dormire (o ad addormentarsi) per motivi semplici e comuni come rumori, l'esposizione alla luce (di lampade, apparecchi elettronici ), abitudini alimentari errate, brutti sogni, jat-lag e così via; si può riscontrare difficoltà se si tende a non seguire una certa regolarità, per scelta o meno, ad esempio nel caso in cui si svolge un lavoro soggetto a turni.
In questi casi possono risultare utili piccoli accorgimenti e particolari strategie per migliorare la qualità del sonno.
Infine ci sono veri e propri disturbi del sonno associabili a fattori psichici o a disfunzioni specifiche cerebrali.
NARCOLESSIA
Non è un disturbo comune (e aggiungerei “fortunatamente”!) e consiste in attacchi incontrollabili e improvvisi di sonno più volte durante lo stato di veglia che variano dai 5 ai 30 minuti.
Risulta piuttosto invalidante non solo perchè chi soffre di questo disturbo si sente sempre assonnato, ma soprattutto perchè deve evitare abitudini quotidiane che risulterebbero alquanto pericolose (mettersi alla guida dell'auto ad es.). Inoltre a tale disturbo spesso si associa la Cataplessia, ovvero un'improvvisa debolezza muscolare tale da far collassare il corpo (una vera paralisi).
Spesso la coscienza è presente ma si è incapaci di reagire perchè appunto paralizzati. (in un certo senso la Cataplessia può risultare “il segnale” che permette di capire ciò che sta per succedere ). A questa a volte si associano allucinazioni visive ed uditive.
Solitamente questi attacchi sono scatenati da un'emozione o da una manifestazione della stessa (rabbia, una risata..); esordisce in giovane età e continua per tutta la vita.
Si considera che la causa di questo disturbo possa essere una disfunzione in una parte del cervello che regola il sonno REM, e la derivazione risulterebbe genetica (un gene correlato al sistema immunitario, un danno auto-immune). La cura è a base di farmaci stimolanti.
PARASONNIE:
SONNAMBULISMO
E' una delle disfunzioni legate al sonno caratterizzato da una sequenza di comportamenti automatici
che si verificano nella prima metà della notte, quindi durante gli stadi 3 e 4 (a onde lente).
Un individuo può camminare,vestirsi, parlare e addirittura guidare sembrando sveglio ma trovandosi invece in uno stato di coscienza ristretto (come una sorta di trance), infatti non si percepiscono stimoli esterni e non ci si ricorda dell'accaduto.
Di solito esordisce durante l'infanzia e non è considerato una psicopatologia, mentre nell'adulto si associa a personalità disturbate.
PAVOR NOCTURNUS (TERRORE NOTTURNO)
E' un disturbo che può verificarsi episodicamente e non riguarda la fase REM.
Consiste in brutti risvegli accompagnati da forte angoscia, pianto, urla e allucinazioni visive. La componente emotiva risulta molto intensa.
La durata è massimo di 10 minuti, colpisce prevalentemente l'età infantile (anche se non è considerata una psicopatologia) e si verifica spesso dopo febbre o carenza di sonno.
Può essere accompagnata da sonnambulismo ed enuresi notturna, nell'adulto invece può verificarsi in condizioni di ansia cronica.
ENURESI NOTTURNA
Tipico nei bambini per i quali risulta difficile (a volte impossibile) controllare la fuoriuscita dell'urina.
Può considerarsi normale entro i 6/7 anni ed anomalo successivamente; in questo ultimo caso, si dovrebbero indagare le possibili cause siano esse organiche o psicologiche (traumi, cambiamenti etc.) anche se apparentemente banali.
INCUBI NOTTURNI
Disturbo che avviene in sonno REM ed è caratterizzato da sogni inquietanti, immagini ed emozioni collegate talmente forti da far svegliare il soggetto. A differenza del Pavor nocturnus, il sogno o meglio l'incubo, si ricorda.
Le costanti sono :ansia, tachicardia, sudorazione e paura.
SIDS (SINDROME DELLA MORTE IMPROVVISA DEL NEONATO)
Apnea dovuta ad una riduzione dell'attività neuronale del tronco encefalico (il quale è deputato anche alla respirazione).
Disturbo tipico dei neonati che senza apparente ragione muoiono improvvisamente durante il sonno. Il 70 % di questi decessi avviene nelle prime ore del mattino.
BRUXISMO
(Vedere articolo già presente in questo blog)
APNEE NOTTURNE
Scaturisce dal rilassamento progressivo del diaframma, della gola, dei muscoli del torace o da problematiche neurologiche in merito al tronco encefalico.
Comporta la cessazione o il rallentamento della respirazione creando così la sensazione di soffocamento, infatti ci si sveglia ansimando e boccheggiando come se mancasse l'aria.
E' un fenomeno che dura pochi secondi ma può ripetersi moltissime volte durante la notte e ciò fa si che non si riesca a riposare tranquillamente e sufficientemente portando l'individuo in una
condizione instabile e di affaticamento in stato di veglia.
RUSSAMENTO IDEOPATICO
Ostruzione delle vie aeree dovute al rilassamento muscolare della gola. Può avere cause diverse tra cui l'obesità, adenoidi o tonsille ingrossate, una semplice influenza, una rinite allergica.
(Questi ultimi 2 disturbi di solito non sono associabili direttamente a disturbi mentali, piuttosto a problematiche strutturali o circostanziali).
INSONNIA (IPOSONNIA)
L'insonnia è uno stato di insoddisfazione per quanto riguarda la durata ma soprattutto l'intensità del sonno. E' in effetti una sensazione soggettiva di insufficiente riposo (chiamata anche errata percezione dello stato di sonno in quanto si tende a sovrastimare il disagio).
Alcuni soggetti, pur dormendo poche ore, si sentono comunque riposate perchè le esigenze legate al sonno (e non solo) variano da persona a persona.
Si considera quindi un disturbo vero e proprio quando l'insonnia causa disagi nella vita di tutti i giorni e reali problemi mentali e/o fisici ; l'insonnia può rappresentare un sintomo di psicopatologia essendo spesso una conseguenza di un disturbo psichiatrico.
Può considerarsi “TRANSITORIA” (o di adattamento) e a breve termine se si verifica in determinate condizioni e persiste per un periodo limitato nel tempo (al max 1 mese): prima di un evento ritenuto particolarmente importante(esame, colloquio di lavoro), cambiamenti ambientali, l'arrivo di una bella o brutta notizia ma soprattutto come conseguenza di eventi significativi nella vita di un individuo (lutto o malattia di una persona cara, divorzio ..).
Quasi sempre l'origine è emotiva.
L'insonnia protratta nel tempo (più di un anno) può assumere carattere cronico e quindi si ritiene rischiosa perchè può trasformarsi in un disturbo dell'umore se non addirittura in un disturbo psichiatrico. Inoltre può subentrare il cosiddetto “circolo vizioso” ovvero il solo pensiero di affrontare la successiva notte senza riuscire a dormire, genera ansia e agitazione che aggravano ulteriormente la situazione.
L'insonnia può essere PRECOCE nel caso in cui si ha una difficoltà nell'addormentarsi.
Può verificarsi in soggetti affetti da malattie organiche (ad es. Corea di Huntington), da patologie funzionali (stato depressivo e/o maniacale), ma può trovare la sua insorgenza in soggetti sani ma (come detto in precedenza) in presenza di particolari condizioni (stress, modifiche delle abitudini, assunzione di sostanze eccitanti, sospensione di alcuni tipi di farmaci etc.).
L'insonnia è da ritenersi TARDIVA quando pur addormentandosi normalmente il soggetto ha frequenti risvegli durante la notte e un precoce risveglio mattutino. Le cause anche in questo caso possono essere di origine psichica (ad es. depressione maggiore), organica (stati doloranti, gastriti, problemi cardiovascolari, polmonari.....) o ambientali.
Se coesistono difficoltà nell'addormentamento, risvegli notturni e precoci risvegli si parla di INSONNIA GENERALIZZATA.
IPERSONNIE
Al contrario dell' iposonnia, sono caratterizzate da una durata maggiore del sonno notturno e da sonnolenza diurna.
Le cause sono prevalentemente organiche (sonnolenza da mestruazioni, narcolessia, ipertiroidismo, sostanze come alcool, antistaminici....) psichiatriche o ambientali (alcune depressioni, disturbi del sonno-veglia).
Le ipersonnie continue sono causate da tumori, intossicazioni o infezioni del sistema nervoso centrale.
STRESS E SONNO
Lo stress è una risposta biologica di difesa dell'organismo a uno o più stimoli detti “stressor” (stimoli fisici, psicosociali, biologici). Tale risposta è quindi una fase normale e positiva (eustress) in quanto permette ad ogni essere umano (e non solo) di adattarsi.
I problemi sorgono quando lo stress da adattamento si trasforma in vero e proprio esaurimento in cui si verifica il crollo delle difese e l'incapacità dell'individuo ad affrontare nuovi agenti stressogeni; questa condizione, che diventa una vera e propria malattia, si presenta quando non c'è più il semplice processo “stimolo-risposta-eliminazione dello stimolo” ma quando l'esposizione agli stressori perdura nel tempo.
Per capire come tutto ciò possa influenzare il sonno, si devono valutare gli effetti bio-chimici derivanti dallo stress.
Vi è l'attivazione del sistema simpatico (che durante il sonno solitamente si blocca favorendo l'attività parasimpatica) a causa dell'ormone CRH (corticotropina, prodotto dall'ipotalamo) la cui funzione di neurotrasmettitore genera ansia e paura; di conseguenza tale stato di attivazione rende difficile dormire, oppure compromette la qualità del sonno (minore sonno profondo, maggiori le fasi di sonno leggero in cui si verificano diversi risvegli).
(CRH->GLUCOCORTICOIDI->IPOFISI->ACTH->SURRENE->CORTISOLO O “ORMONE DELLO STRESS”)
Anche in questo caso si può innestare il cosiddetto “circolo vizioso”, ovvero la mancanza di sonno o la sua inferiore qualità dovuta allo stress può a sua volta alimentare tale condizione e può causare problemi di apprendimento e di memoria.
In situazioni di stress non modificabili, alcuni individui possono presentare disturbi comportamentali e psichici (ansia, irritabilità...) oppure prevalentemente psicosomatici che comportano alterazioni neurovegetative e disordini funzionali organici.
Queste alterazioni insieme a quelle neuroendocrine possono avere conseguenze sul metabolismo e sul sistema immunitario. Di fatto, la cronicità delle condizioni di stress può procurare ulcere, asma, colite ed altre serie patologie.
RIMEDI NATURALI E STRATEGIE PER MIGLIORARE IL SONNO
Ricordo sempre che va prima esclusa ogni origine di tipo organico quindi è necessario, in caso di disturbi del sonno ricorrenti e che si protraggono nel tempo, rivolgersi al proprio medico e nel caso ad un neurologo.
Per quanto riguarda la causa psicologica ovviamente ci si rivolgerà ad un esperto di tale materia per valutare ed affrontare il disagio; a volte basta un breve percorso per capire ed imparare a gestire al meglio le problematiche sottostanti i disturbi legati al sonno.
In determinati casi, può essere funzionale l'intervento di entrambi gli specialisti (ad esempio nel caso di un soggetto affetto da neoplasia che slatentizza disagi sino a quel punto sconosciuti o ne fa comparire di nuovi).
Comunque ci sono dei piccoli accorgimenti che si possono prendere in considerazione per incentivare e conservare un buon sonno.
- Innanzitutto la cura della stessa camera in cui si dorme la quale dovrà essere silenziosa,con una giusta temperatura,buia e senza stimoli particolarmente eccitanti (tv e dispositivi digitali le cui luci azzurre stimolano il cervello informandolo erroneamente)
- Quando è possibile,evitare orari irregolari e cercare di rispettare gli stessi orari di sonno e di veglia
- Seguire un'alimentazione sana ed evitare di mangiare tardi la sera escludendo sostanze eccitanti (caffè,tè,alcol che altera la qualità del sonno pur inducendolo inizialmente); non fumare perchè la nicotina è anch'essa una sostanza stimolante.
- Ascoltare in sottofondo una musica rilassante (se questa tende a conciliare il sonno)
- Eventualmente fare esercizi di respirazione,yoga,training autogeno rilassamento muscolare progressivo
- Evitare pisolini pomeridiani per sopperire al sonno perduto, o eventualmente gestirli in modo da non interferire sul sonno notturno successivo
- Fare letture rilassanti
- Prima di addormentarsi cercare di fare pensieri positivi e sereni, evitare di focalizzarsi su problemi o situazioni negative avvenute durante il giorno (tanto non si risolvono e non si modificano mentre si dorme!)
RIMEDI FLOREALI E NON SOLO
Se non si riscontrano cause primarie prettamente organiche e si considerano i disturbi derivanti da cause psicologiche, si potrà optare per una terapia floriterapica piuttosto che farmacologica.
Anche in questo caso, non ci sono fiori (di Bach o altri) che siano “mirati” ad indurre lo stato di sonno così come sembra accadere con alcuni psicofarmaci.
Bisogna indagare, caso per caso, ciò che è alla base del disturbo (ansia, depressione, stress,....) e che si manifesta attraverso determinati disordini; possono presentarsi anche problematiche transitorie dovute a cambiamenti o a situazioni particolari.
Quindi mi limiterò ad accennarne qualcuno: ad esempio si può considerare CHERRY PLUM in caso di particolare tensione fisica e mentale, oppure IMPATIENTS in caso di iperattività mentale, OLIVE spesso considerato il fiore del sonno per eccellenza pur avendo la funzione primaria di tonico, ASPEN per chi soffre di paure ignote (soprattutto nei bambini che ad es. hanno paura dell'uomo nero) e così via.
Per quanto riguarda i Fiori Australiani, CROWEA risulta essere utile in casi di insonnia dovuta ad ansia, BLACK- EYED- SUSAN in caso di situazioni stressanti, per il sonnambulismo RED LILY e SUNDEW.
Solitamente viene consigliata una combinazione di più fiori, perchè non sempre la causa dei disturbi è unica. Inoltre, entrambe le tipologie floreali possono essere assunte contemporaneamente, tale interazione può incrementarne l'efficacia.
E' molto utilizzata in disagi di questo tipo la MELATONINA (vedere articolo in questo blog).
L'ormone CHR descritto prima influenza la ghiandola pineale che secerne la melatonia.
Io consiglio per esperienza personale e professionale quella della NATUR, in gocce da assumere sotto la lingua.
Può essere utile anche la fitoterapia con infusi specifici e l'utilizzo di oli essenziali come la lavanda, qualche goccia di questa sul cuscino o in un bagno caldo prima di coricarsi procura rilassamento psico-fisico (risulta funzionale anche per i bambini particolarmente vivaci).
Dal punto di vista simbolico, il sonno può rappresentare il contatto con la parte “oscura” quindi l'inconscio in cui predominano pulsioni, emozioni non accettate e spesso rimosse (secondo Freud infatti, i sogni ne sono l'espressione).
Quindi i disturbi del sonno, soprattutto l'insonnia, avrebbero la funzione di evitare di entrare in contatto con questa parte sconosciuta e temuta.
Bibliografia
– "Psicopatologia generale" Giovanni Colombo, c.e Cleup
– "Psicologia Biologica" Mark R. Rosenzweig, Arnold L. Leiman, S. Marc Breedlove
c.e.Ambrosiana
- Innanzitutto la cura della stessa camera in cui si dorme la quale dovrà essere silenziosa,con una giusta temperatura,buia e senza stimoli particolarmente eccitanti (tv e dispositivi digitali le cui luci azzurre stimolano il cervello informandolo erroneamente)
Re: non riesco ad accedere al mio blog
- MENOPAUSA, PSICOLOGIA E RIMEDI NATURALI:
- " Il cambiamento non è mai doloroso, solo la resistenza al cambiamento lo è "
Buddha
1) Che cosa è la menopausa
2) Sintomi
3) Cambiamenti fisici
4) Cambiameti psicologici
5) Cosa rappresenta psicologicamente
6) Riflessione
7) Rimedi naturali
CHE COSA E' LA MENOPAUSA
La menopausa è la cessazione definitiva delle mestruazioni (periodo di fertilità) che avviene generalmente tra i 45 ai 55 anni. La sua comparsa dipende da fattori individuali, familiari, genetici e può verificarsi precocemente a causa di gravi malattie, con l'esposizione a radiazioni o indotta artificialmente.
Come succede biologicamente?
Proprio come accade nel periodo della pubertà e dell'adolescenza, ovvero una crescente marea ormonale e l'esigenza di adattarsi ai nuovi cambiamenti, così accade in questa particolare fase critica della vita, solo che in questo caso la causa è il decrescere delle quantità degli ormoni; una fase simile ma contraria.
Avviene un cambiamento quantitativo degli ormoni prodotti dall'ovaio: estrogeni e progesterone. In un primo momento può cominciare a scarseggiare il progesterone mentre c'è una relativa prevalenza degli estrogeni (questo dà luogo ad alterazioni del ciclo mestruale: cicli troppo lunghi o ravvicinati o emorragici). In un secondo tempo, l'ovaio diminuisce anche la sintesi degli estrogeni.
L'ipotalamo e l'ipofisi (strutture dell'encefalo, nello specifico la parte diencefalica) continuano a mandare segnali ormonali nel tentativo di stimolare l'ovaio a ripristinare le sue funzioni, ma il follicolo ovarico diventa sempre meno sensibile alla stimolazione degli ormoni di origine ipofisaria: FSH (stimolante che provvede a far maturare il follicolo e stimolare la produzione di estrogeni) LH (che promuove l'ovulazione e mantiene la secrezione di estradiolo e progesterone).
Queste variazioni possono avvenire in modo graduale, comportando un ciclo mestruale sempre più irregolare con quantità di sangue minore fino alla cessazione totale, oppure manifestarsi in modo brusco e inaspettato.
Il passaggio dalla fertilità alla menopausa effettiva, ovvero il periodo in cui avvengono tali modifiche bio-chimiche, si avverte la sintomatologia e si riscontrano cambiamenti psico-fisici, viene detto Climaterio (modifica del clima ormonale).
SINTOMI
Oltre alle irregolarità mestruali, possono verificarsi vampate di calore con intensa ed improvvisa sensazione di caldo diffusa in tutto il corpo, rossore al volto ed al collo. Queste manifestazioni durano pochi minuti e scompaiono riproponendosi diverse volte durante il giorno e, in alcuni casi, si accompagnano a formicolio. Altri possibili sintomi sono: alterazioni della sudorazione, cefalee, stanchezza, osteoporosi, tachicardie, crampi, ipertensione, alterazioni cutanee, irritabilità, ansia, variazione dell'umore, depressione, insonnia.
CAMBIAMENTI FISICI
Tutti i cambiamenti sono dovuti all'alterata secrezione ormonale che consiste in una caduta del livello di estrogeni, assenza di progesterone e aumento di ormoni ipofisari (alterazioni della stimolazione bio-chimica diencefalo-ipofisaria).
I principali mutamenti sono dovuti alla diminuita secrezione di estrogeni e gli organi più interessati sono: il tratto genitale e il seno.
Alcuni anni prima della menopausa, il seno spesso aumenta di dimensioni a causa di depositi di grasso ma, dopo il climaterio, lentamente questo grasso è riassorbito, il tessuto ghiandolare diminuisce e i capezzoli si fanno più piccoli.
Con lo stesso lento ritmo anche l'utero, le tube e le ovaie rimpiccioliscono e si inattivano.
CAMBIAMENTI PSICOLOGICI
Lo squilibrio ormonale influenza non solo il corpo ma soprattutto influisce in modo significativo sulla psiche. Infatti il calo degli estrogeni riduce i livelli di triptofano ovvero il precursore della serotonina, questo neurotrasmettitore interferisce positivamente sul tono dell'umore e su altri neurotrasmettitori anch'essi responsabili dell'umore. Di conseguenza, nel periodo precedente e successivo la menopausa, si possono manifestare stati d'ansia ( senso di oppressione, compulsione nel mangiare e bere, attacchi di panico, claustrofobia etc.), irritabilità (pessimismo, nervosismo, reazioni eccessive), umore fluttuante, insonnia, percezione di un cambiamento caratteriale, depressione.
Solitamente lo stato depressivo si manifesta in particolar modo se la donna ha già avuto episodi simili precedentemente (ad es. post-partum) oppure se vive una relazione di coppia non serena.
Alcuni studi hanno dimostrato che molte donne in menopausa attraversano tre fasi prima dell'adattamento alla nuova vita. Nella prima, di tempo breve, è evidente l'ansia; la seconda fase è dominata da irritabilità, depressione, mutamenti caratteriali, senso di rifiuto e inadeguatezza; infine si arriva alla fase del riadattamento.
COSA RAPPRESENTA PSICOLOGICAMENTE?
Pur essendo una fase naturale della vita alla quale non ci si può sottrarre, la menopausa è spesso vissuta in modo spiacevole e difficile dalle donne. Prima di tutto perchè può rappresentare un vero e proprio lutto, in quanto viene vissuta come se morisse una parte di Sè (la parte in grado di generare vita, l'essere donna, l'essenza femminile e seduttiva, l'essere un soggetto desiderabile), di conseguenza è un processo da metabolizzare, da superare definendo una diversa identità.
Inoltre, in opposizione all'adolescenza, è un periodo involutivo a livello biologico e per molte donne ciò implica un prossimo ingresso nella vecchiaia.
Ovviamente l' "approccio" alla menopausa e il modo in cui la si affronta, a volte cambia notevolmente da donna a donna e ciò dipende da vari fattori: dalla personalità e il carattere, dalla preparazione psico-emotiva e quindi il grado di accettazione di questo passaggio obbligatorio, l'avere avuto dei figli e il non desiderarne altri, dalla vita sociale (se si ha una vita sociale intensa, la menopausa potrà essere vissuta in modo meno traumatico), la partecipazione e la vicinanza della famiglia.
RIFLESSIONE
Nonostante la menopausa sia in effetti una tappa dell'esistenza piuttosto difficile, può comunque essere vissuta in modo meno sofferto e quindi più serenamente.
E' fondamentale innanzitutto non esorcizzarla, cercare di ignorarla o addirittura combatterla, ma.. riconoscerla, accettarla e soprattuto "viverla" assumendo un atteggiamento positivo.
Affrontare qualsiasi cambiamento partecipandovi attivamente e non come soggetti passivi è essenziale!
E' un fenomeno naturale, un periodo di transizione che come tutte le fasi della vita si accompagna a emozioni diverse e disagi anch'essi temporanei.
Non si può evitare, quindi perchè non "gestirla" in modo che ci consenta di trarne dei vantaggi?
Puo diventare un'occasione per crescere a livello personale, investendo sulla propria persona (nuove attività, nuovi obiettivi) sul proprio fisico (prendendosene cura in modo sano, rivalutandolo), trovare la capacità di riproporsi alla vita in modo curioso e creativo sfruttando al meglio le proprie capacità.
Insomma, può diventare una vera e propria riscoperta di se stessi.
La menopausa non è solo la fine di un ciclo ma è anche l'inizio di una nuova esistenza da vivere con serenità ed armonia.
RIMEDI NATURALI
La floriterapia interviene riequilibrando lo stato d'animo alla base del disturbo (anche somatico) ripristinando così l'equilibrio e il benessere psicofisico.
Fiori di Bach:
WALNUT specifico per i periodi di cambiamento
GENTIAN quando ci si sente depresse e demotivate
HOLLY E CHERRY PLUM per le vampate
IMPATIENTS irritabilità
Fiori Australiani
MULLA MULLA per le vampate
EQUILIBRIO DONNA composizione di vari fiori creata per armonizzare gli squilibri della donna
Questi sono solo alcuni fiori che possono essere utilizzati; per capire quale composizione sia idonea ad una determinata donna in questa fase delicata, sarebbe opportuno avere un colloquio con un esperto del settore.
CONSIGLIO L'ASSUNZIONE DI MELATONINA PURA COME AIUTO PER L'INSONNIA E NON SOLO (vedere articolo in questo blog)
Può esser utile approcciarsi allo Yoga, al Training Autogeno soprattutto per gestire al meglio l'ansia.
*ATTENZIONE*
RIVOLGERSI SEMPRE AL PROPRIO MEDICO SOPRATTUTTO IN PRESENZA DI DISAGI PIU' IMPORTANTI ED EVENTUALMENTE AD ALTRI PROFESSIONISTI COME PSICOLOGO E PSICHIATRA.
- Ipertensione e Significato Psicosomatico:
- "Non avere paura delle ombre, significano solamente che c'è della luce che splende lì vicino"
Ruth Renkel
La pressione arteriosa è la forza esercitata sulle pareti delle arterie dela sangue che scorre al loro interno. La pressione dipende dal ritmo e dalla forza di contrazione del cuore, dalla quantità di sangue e dalla resistenza che i vasi sanguigni (arterie,arteriole,capillari) oppongono al sangue.
I valori non sono costanti ma oscillano continuamente in relazione alle variazioni del flusso di sangue a loro volta correlate alla funzione di pompa del cuore.
La pressione viene definita da 2 indici: il primo corrisponde alla p. massima (o sistolica) ovvero la massima pressione registrabile nelle arterie durante le sistole,
il secondo indice corrisponde alla p. minima (o diastolica) ed esprime appunto la minima pressione durante le diastole.
La pressione subisce numerose oscillazioni nell'arco della giornata nello stesso individuo (ad es. valori più bassi nelle prime ore del mattino, valori più alti verso sera ecc.), inoltre alcune fluttuazioni possono dipendere da vari fattori: dall'attività fisica, dalla temperatura, dal sesso, dall'età (tende ad aumentare con l'età a causa della maggiore rigidità dei vasi arteriosi) e da tensioni psichiche.
VALORI DI RIFERIMENTO
VALORI NORMALI inferiori a 140/90 mmHg
VALORI OTTIMALI inferiori a 120/80
IPERTENSIONE LIEVE 140-159/90-99
IPERTENSIONE MODERATA 160-179/100-109
IPERTENSIONE GRAVE uguale o maggiore a 180/110
IPOTENSIONE LIEVE 90-99/65-69
IPOTENSIONE MODERATA 80-89/60-64
IPOTENSIONE GRAVE uguale o minore a 80/60
L'IPERTENSIONE
L'ipertensione arteriosa è l'eccessiva pressione (anomala) con cui il cuore pompa il sangue nell'aorta e quindi in tutto l'organismo.
Per essere considerata tale, l'ipertensione deve presentarsi in modo costante.
In una certa misura, può essere ereditaria, rendendo dunque alcune persone più esposte di altre rispetto ai disturbi cardiovascolari, può avere origini organiche (5%) quindi dovuta a malattie del sistema endocrino (ipofisi, ghiandole surrenali,tiroide) da malattie renali.
Può essere determinata da un cattivo e costante stile di vita: una alimentazione ricca di grassi di origine animale e di colesterolo, fumo, sedentarietà, assenza di esercizio fisico e da stress, ansia e disagi psicologici.
Facilita l'insorgere di arteriosclerosi ovvero l'indurimento delle arterie (tale irrigidimento a sua volta può portare la pressione a livelli alti), infarto e ictus.
Purtroppo l'ipertensione viene definita il "killer silenzioso" perchè non si avvertono i sintomi se non nel momento in cui si hanno picchi improvvisi che provocano cefalea, disturbi visivi e senso di stordimento o nel peggiore dei casi quando si verifica un evento letale.
IL SIGNIFICATO PSICOSOMATICO
Come già accennato, l'origine dell'ipertensione può essere organica o psicologica, nel secondo caso si può ricondurre ad una inibizione degli impulsi aggressivi.
"L'attacco aggressivo" (che prevede una progettazione mentale e quindi una modificazione neurovegetativa e un'attività muscolare) subisce un arresto nella seconda fase, originando così la sindrome nei soggetti predisposti ad alterazioni vasomotorie.
Tale atteggiamento è un "controllo" o "iper-controllo" delle proprie emozioni negandole (si attribuisce all'esterno la propria ansia non riconosciuta o la si maschera), razionalizzandole o addirittura banalizzandole (un problema effettivamente importante viene sminuito con frasi del tipo "Ma si... passerà").
Di conseguenza cosa succede: per controllare la realtà in modo "ossessivo", il cervello ha bisogno di maggiore ossigeno e di energia quindi il cuore deve pompare il sangue con forza maggiore (da qui l'aumento di pressione); nei soggetti ipertesi questa condizione non risulta più una normale reazione agli stimoli ma diventa una costante.
Questa tipologia di agito è radicato nella persona sin dall'infanzia, soprattutto se ci sono state separazioni o perdite precoci, carenze affettive, condizioni psico-sociali difficili, improvvisi cambiamenti o eventi traumatici che hanno fatto sentire il bambino in situazione di "pericolo"; sono i classici soggetti cresciuti troppo in fretta a causa di una richiesta ambientale anche implicita.
Di fatto, a livello fisiologico, gli eventi vissuti possono modificare i valori della pressione, questa aumenta in uno stato di tensione, rabbia, eccitazione sessuale, lotta e diminuisce in uno stato di tranquillità e protezione.
L'iperteso solitamente è sempre attivo perchè così evita di abbassare le difese, di lasciarsi andare e quindi liberare le sue emozioni.
Paradossalmente deve "fare" per difendersi dalla propria interiorità, dalle proprie emozioni, le quali si controllerebbero a fatica.
Chi soffre di ipertensione è una persona sanguigna, passionale che accumula tensione fino a farla scaricare in modo sproporzionato; ha solo bisogno di capire che può lasciarsi andare senza alcun problema e che può condividere la propria sfera emotiva con altri.
Una volta che tale "rigidità" si sblocca, ci si può sentire più liberi perchè ci si rende conto che non è poi così necessario tantomeno utile confinare le proprie emozioni in modo esasperante.
CONSIGLI
-Riconoscere questi automatismi e diventare più flessibili
-Diventare a volte parte passiva invece che attiva e quindi stare a guardare senza intervenire (agire)
-Impare quindi a lasciarsi andare ed esprimere emozioni e sentimenti
-Delegare anche ad altri una parte di responsabilità
-Evitare di occuparsi solo ed esclusivamente dei problemi altrui (atteggiamento iperattivo e curioso)
-Non rinunciare alla sessualità: l'eros non è solo una "scarica" fisiologica ma un condividere con l'altro fantasie,tempo... è un vero e proprio coinvolgimento di se stessi, un ritrovarsi.
-Stimoli e piaceri nuovi, dare spazio a fantasie ed emozioni
TERAPIE NATURALI
* innazitutto, consultare un medico ed escludere ogni possibile origine organica*
FIORI DI BACH: Agrimony e Rock Water
ESSENZE FLOREALI AUSTRALIANE: Crowea, Five Corners (ideali per gli stati d'ansia), Mountain Devil
OMEOPATIA: Glonoinum
FITOTERAPIA
(ovviamente questi sono considerati i rimedi "base", sarebbe opportuno consultare uno specialista per capire le dinamiche che hanno causato il problema e avere quindi maggiori informazioni per una terapia mirata e soprattutto, considerando l'unicità di ogni essere umano, soggettiva)
PSICOTERAPIA
TRAINING AUTOGENO
Da non sottovalutare: un'alimentazione corretta e un costante esercizio fisico, (da prediligere il nuoto, la bicicletta, passeggiate che al contrario della pesistica, non tendono ad aumentare la pressione arteriosa)
per maggiori info.: andreofra.psy@gmail.com Dott.ssa Andreoli
Buona serata
Re: non riesco ad accedere al mio blog
Intanto grazie mille, sei stato fantastico, se riesci a recuperarmi gli altri mi faresti un favore enorme davvero. Se vuoi ti lascio una mia email .. se può esserti utile ..fammi sapere, ancora grazie di cuore
Re: non riesco ad accedere al mio blog
Prego, figurati purtroppo non riesco a trovarne altri... per recuperarli ho una solta di archivio del sito
Ho trovato queste citazioni:
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Ho trovato queste citazioni:
- Altro:
- Herpes labiale e fiori di Bach, un caso
Poniti dinanzi agli eventi come un bambino e sii pronto ad abbandonare ogni preconcetto; vai umilmente dovunque e in qualunque abisso la Natura ti conduca, o non apprenderai nulla.
T.H. Huxley
Pelle e Disturbi Psicosomatici
"Ho deciso di essere felice perchè fa bene alla salute"
Voltaire
La Floriterapia: I Fiori Australiani
"Pensiamo troppo e non sentiamo abbastanza. Non c'è niente di duraturo in questo mondo, nemmeno i nostri problemi. Un giorno senza sorriso è un giorno perso."
Charlie Chaplin
Attacchi di Panico e Floriterapia
"La natura fornisce ogni mezzo per sentirsi bene e vivere in armonia"
Cervicale e Fiori di Bach
"La perfetta salute e il pieno risveglio sono in realtà la stessa cosa"
Edward Bach
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